PEDAGOGIA - "L' educazione nell'Europa cattolica tra Seicento e Settecento" - appunti pagine del libro

Riforma protestante e riforma cattolica 

 

Una società profondamente religiosa 

 

Tra Umanesimo e Rinascimento → cultura laica soffocata nell’età delle riforme religiose. 

 

 

Realtà molto più sfumata 

 

Essere umano al centro della riflessionesocietà comunque profondamente religiosa

 

Incertezze e inquietudini degli intellettuali non erano penetrate nel popolo.

 

Riforma cattolica inizio ben prima dello scisma di Lutero

 

 

Combattere l’ignoranza religiosa, il male morale. 


Il concilio di Trento 

 

Timore che le dottrine conciliariste prendessero il sopravvento.

 

Concilio di Trento1545spaccatura interna alla cristianità si era ormai consumata.

 

Approvazione di una serie di decretiristabilire la salvezza della dottrina.

 

 

Solo la fede non salva l’essere umano, occorrono anche le opere.

 

La cultura non è fine a se stessa, va indirizzata al bene comune.

 

Azione educativa esercitata dalla Chiesa postridentina con l’apertura di seminari per la formazione del clero, l’imposizione i vescovi dell’obbligo della residenza, il rafforzamento del ruolo del parroco.

 

Educare e moralizzare gli ecclesiastici e i laici.


I gesuiti: la nascita dell’ordine

 

Nuovi ordini religiosi

 

Nuovi ordini religiosi orientati principalmente all’educazione.

 

Non tutti i nuovi ordini erano mutati all’educazione e all’istruzione, ma si adeguarono rapidamente.


Una congregazione votata all’insegnamento

 

Compagnia di Gesùcomunità simbolo della chiesa postridentina:

  • Fondata da Ignazio di Loyola (*1491-1556);

  • Per fini missionari;

  • Scopo: opera di “catolicizzazione” del mondo;

  • Gesuitiaderenti alla compagniamobilità e la profonda cultura;

Per prendere i votioccorreva aver studiato filosofia, teologia e aver

attraversato un tirocinio di preghiera.

 

Crisi dell’universitàIgnazio ritenne opportuno aprire colleghi per la formazione dei futuri membri dell’ordine.


La ratio studiorum

 

Un modello di riferimento

 

Programma scolasticosperimentazioni durate mezzo secolo.

 

Proposte esaminati da un' apposita commissione, poi riprodotti in vari collegi.

 

1599dopo cinquant’anni di prove continueRatio studiorum.

 

Legge scolastica che disciplinava le centinaia di collegi gesuiti.

 

Collegioscuola transnazionale (andava oltre i confini delle singole nazioni).

 

 

Lingualatino.

 

Insegnantivaria provenienza nazionale.

 

Ratio studiorum = ampio documento articolato in 30 capitoli.

 

Collegio diretto da un rettore.

 

Diretta obbedienza al Papapermetteva di non dipendere dai vescovi.

 

NO divisione dei territori in diocesi, ma in province suddivise in base alle Nazioni e alla lingua.

 

Tutti i padri principali rispondevano al padre generale.

 

Grande mobilità e rapidità di azione dell’ordine.

 

Riprodotta nell’organizzazione scolastica.

 

Struttura scolastica piramidale e prefigurava quella che sarebbe stata assunta dallo Stato.

 

Rettore preside; prefetti vicepreside; padre provinciale provveditore regionale; padre generale ministro.


I tre corsi

 

Scolari distinti tra esterni e scolastici.

 

Ratio studiorum prevedeva 3 corsi successivi: 

 

Corso umanistico:

  • Tra i 10 e i 12 anni;

  • 1° anno → 3 anni di grammatica, 1 di umanità e 1 di retorica;

  • Apprendimento della grammatica latina e grecaper potersi muovere senza difficoltà linguistiche nelle corti e negli ambienti colti d’ Europa;

  • Conoscere e assimilare la cultura classica;

  • 4° e 5° annofinalizzati all’apprendimento dei modelli classici di eloquenza;

  • Lo studio dei grandi autori classici garantiva l’acquisizione della padronanza scritta;

  • Modello su cui si sarebbe fondato il successivo ginnasio;

    Triennio filosofico:

  • Triennio del liceo classico;
  • Studiavano la logica e la fisica aristotelica, la cosmologia e la matematica;
         Quinquennio:
  • Teologia;

  • Corrispondeva un corso universitario;

Ideali pedagogici e umanistici erano presenti nel corso degli studi.


Le novità didattiche

  1. Divisione degli alunni in classi a seconda dell’età → NO inserimento in una classe in base all’età, ma in base al saperefavoriva l’adozione di una didattica uniforme;
  2. Gradualità dell’insegnamento;
  3. Insegnante unico che insegnava tutte le materie;
  4. Esami per il passaggio da un livello a quello superiore;
  5. Regolamentazione di premi e di punizioni mirati a stimolare l’educazione e il senso dell’onore;
  6. Obbligo dell’uso parlato della lingua latina;
  7. Addestramento della memoria, delle capacità logiche e oratorie mediante la ripetizione, la composizione scritta e la discussione pubblica;
  8. Allenamento superare la timidezza, controllare la postura grazie alla partecipazione di messe in scena teatrali;
  9. Esercizio della pietà e della carità;


Altre Rationes 

 

I somaschi

 

Ratio studiorum talmente efficace da divenire il modello per gli altri ordini.

 

 

Si differenziarono per la scelta dei destinatari.

 

Istruzione catechistica, rafforzamento del fisico per sottrarre i bambini alle malattie, acquisizione di un mestiere utile per mantenersi in età adulta.

 

Somaschi fondarono collegi per rispondere alle esigenze della media borghesia.


Gli scolopi

 

Fondamentali per l’impegno profuso nell’istruzione popolare e nell’ambito dell’educazione collegiale.

 

NO raccomandazione, SÌ merito.

 

Seminaria nobilium insegnamenti di scherma, ballo, equitazione.


I barnabiti

 

Piccola congregazione dedita alla predicazione della parola di Dio.

 

1605 aprirono una scuola.

 

Ratio simile a quella dei gesuiti.

 


 

Meno legati alla tradizionescuola più attenta alla concretezza e agli sviluppi tecnico scientifici.

 

Rifiuto delle punizioni corporali.

 

Collegi destinati ad allievi di media e modesta condizione.

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