PEDAGOGIA - Pag. 124 es. "verifica" - esercizio/compito
Esercizio 1:
1. Contro la dottrina luterana, il Concilio di Trento (1545-1563) ribadì che:
D. Per la salvezza dell’uomo occorrono sia la Grazia divina, sia le opere buone.
2. L’ordine religioso che divenne il simbolo della Chiesa postridentina (cioè successiva il Concilio di Trento) è:
A. la compagnia di Gesù.
3. Dopo il Concilio di Trento, tornò essere assoluta priorità della Chiesa cristiana cattolica:
D. La missione educativa ed evangelizzatrice.
4. Dopo il 1599 i collegi dei gesuiti avevano:
B. Un’unica identica legge scolastica in tutte le sedi.
5. Le caratteristiche principali della compagnia di Gesù erano:
C. La mobilità e la vasta cultura dei singoli membri.
Esercizio 2:
Ratio studiorum: legge scolastica che disciplinava i collegi gesuiti.
Riforma cattolica: movimento interno alla Chiesa.
Congregazione: società di religiosi sottoposta una regola comune approvata dall’autorità ecclesiastica.
Esercizio 3:
Ordine religioso - modello scolastico
- Gesuiti - modello educativo comune per tutte le scuole (Ratio Studiorum); educazione è rivolta soprattutto alla borghesia cittadina e alla nobiltà; formazione umanistica, filosofica e teologica.
- Scolopi - catechesi dei ceti popolari; attenzione per la salute fisica e avviamento professionale; in seguito fondazione di collegi-convitti per i giovani della media borghesia locale; disciplina clemente.
- Somaschi - istruzione popolare organizzata soprattutto in collegi; in seguito istituzione di scuole per i giovani della piccola nobiltà.
- Barnabiti - istruzione dei ceti popolari e medi; programmi più orientata agli sviluppi tecnico-scientifici; rifiuto delle punizioni corporali.
Esercizio 4:
C. Per rendere più efficace l’insegnamento, i gesuiti adottarono nell’organizzazione didattica (la cosiddetta Ratio Studiorum) delle loro scuole alcune importanti novità già introdotte nelle università (modus pariensis).
B. La prima concerneva la suddivisione degli studenti, seconda dell’età, in classe assegnati a un unico docente, responsabili dell’insegnamento di tutte le materie.
E. Ciò permetteva al docente una conoscenza diretta e profondita di ogni studente, che, mediante i premi punizioni, veniva stipulato all’emulazione (cioè all’imitazione) dei compagni migliori.
A. In classe, infatti, le occasioni di confronto non mancavano: oltre a potenziare la memoria si favoriva lo sviluppo di capacità logico-oratoria, mediante la ripetizione, la composizione scritta e la discussione pubblica; fondamentale era l’esercizio della pietà e della carità.
D. Come scopo finale, lo studente doveva acquisire, insieme a una profonda fede religiosa, solide competenze disciplinari e una certa disinvoltura ed efficacia nel parlare in pubblico, così da essere messo in età adulta anche negli ambienti più elevati.
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