PEDAGOGIA - testo "Errori dei maestri e didattica puerocentrica" - esercizio/compito

ERRORI DEI MAESTRI E DIDATTICA PUEROCENTRICA 

(=pone il bambino al centro dell'azione educativa e didattica, rivendicandone il valore come persona)

AUTORE: Comenio (maggiore esponente della pedagogia protestante; fondatore della pedagogia e della didattica moderna).

OPERA: Scritta tra il 1633 e il 1638. Primo tentativo di sistematizzare la pedagogia.

Critica del metodo delle scuole

L'istruzione prevede un metodo talmente duro che causa il "tormento degli ingegni".

Per questo motivo, i giovani, non vedono l'ora di iniziare un lavoro manuale.

Gli insegnamenti dati con la forza si impigliano nell'animo, non si infondono.

esempio: un cameriere farà meno fatica e impiegherà meno tempo a imparare una lingua rispetto ad un allievo che la studia.


causa = metodo difettoso!

Se una persona fa fatica a raggiungere la sommità della scala (sapere) è forse perché gli scalini (metodo) sono troppo distanti tra loro, disposti male, rovinati, ecc.

Tutti posso essere istruiti

Non esistono persone troppo stupide per non imparare! Non esiste uno specchio talmente sporco dove non ci si riesce a specchiare!


Manca la buona voglia di studiare.

Obbligare a studiare chi non ha voglia è inutile.

Problema = insegnati che cercano disperatamente di istruire gli allievi senza, però, capirli.

ESERCIZI

1. Cosa vuol dire Comenio quando afferma che il “metodo è arruffato”? 

C. Gli allievi non imparano, perché il metodo di studio non è adatto a loro. 


2 Secondo Comenio:

D. Si dovrebbero evitare di terrorizzare e rimproverare aspramente i propri alunni.


3 Qual è il simbolo del fallimento della scuola Secondo Comenio?

A. Si passano anni a studiare cose che non si apprendono davvero.


4 “spauracchio dei giovinetti“: il metodo che viene utilizzato per istruire la gioventù può essere considerato come l’oggetto con cui si spaventano gli uccelli.

come gli zoppi dalle stampelle”: gli alunni, nonostante studino il latino da anni, non sono in grado di parlare e scrivere correttamente e fluidamente.

tornirlo, batterlo, pettinarlo, tessere, modellarlo a modo suo, ecc.”: l’autore utilizza queste parole per descrivere il lavoro (scorretto) dell’insegnante che cerca di modificare l’alunno.


5 Gli insegnanti dovrebbero sapere capire l’alunno e aiutarlo soprattutto nella crescita personale. L’insegnante non deve utilizzare la rabbia, l’ira e la severità per portare a termine il suo mestiere.


6 Gli insegnanti si arrabbiano con i propri alunni, perché “in quattro e quattr’otto” non riescono ad educare l’alunno e ad ottenere il successo sperato nel percorso di apprendimento.

7. Spesso gli insegnanti non riescono a capire fino in fondo l'alunno. Quando si trovano di fronte, seduto al banco, un alunno o una alunna che non ha voglia di studiare, cercano in tutti i modi di motivarlo, nella maggior parte dei casi, inutilmente. Non si rendono conto che, invece di motivare l'alunno o l'alunna a dare il meglio di se, non fanno altro che urlare, sgridare, facendo prevalere l'ira e l'agitazione. Gli alunni hanno bisogno di essere accompagnati per mano nel loro percorso di crescita (personale e intellettuale). Al loro fianco hanno bisogno di insegnanti disposti ad penderli per mano e accompagnarli, alzando la voce quando c'è né il bisogno. Noi alunni non siamo delle macchine o dei robot. Non abbiamo le impostazioni che basta cambiare e, di conseguenza, miglioriamo o modifichiamo la nostra mente. Ci vuole tempo e pazienza prima che un essere umano possa cambiare e rendersi conto della fortuna che ha ad andare a scuola e ad essere istruito. Secondo me il compito più importante e arduo che hanno gli insegnanti è quello di riuscire a far appassionare gli alunni alla loro materia e, soprattutto, di farsi rispettare e stimare dai proprio alunni. Dopo di che la strada è tutta in discesa!

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